Cos’è l’Esistenzialismo? Una Filosofia E Una Terapia
L’esistenzialismo si è affermato nel passato come un concetto filosofico che si fonda su un punto fermo: gli esseri umani hanno la libertà di costruirsi il proprio percorso di vita.
Questo si traduce in un mantra che tutti dovremmo fissarci in testa: ognuno di noi ha la piena responsabilità della propria esistenza.
Non dovrebbe essere un “presunto” potere divino o un dogma religioso a determinare chi siamo e chi vogliamo essere.
Secondo i precetti dell’esistenzialismo ogni esistenza umana è unica. Ogni esperienza di vita è soggettiva.
E’ il rapporto che abbiamo con noi stessi e la relazione che instauriamo con il mondo che ci circonda a tracciare i confini di chi siamo.
Ognuno di noi ha il dovere di “scovare” il proprio senso di vita, e in base a questo darsi una direzione precisa tra i tanti sentieri possibili che la vita propone.
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Esistenzialismo: La Sua Storia In Breve
Il padre di questa filosofia viene indicato nella figura di un filosofo danese dell’ ‘800 che ha impresso un’orma indelebile nella storia: Søren Kierkegaard
Uno studioso che ha coltivato per tutta la vita una decisa avversione nel confronti del cristianesimo e di tutta la cultura religiosa.
Poneva la sua attenzione sulla realtà fattuale dell’esperienza umana aborrendo i ragionamenti mentali troppo astratti.
Affermava con convinzione che ogni individuo deve cercare il proprio significato di vita, senza cedere ad una facile tentazione: quella di farselo dare, già “confezionato” dalla società o da un credo religioso.
Un concetto e una convinzione sostenuta da altre figure influenti come il filosofo Friedrich Nietzche e lo scrittore Fëdor Dostoevskij.
L’uomo, insomma, doveva essere il “fabbro” della propria identità al fine di dare un senso sostanziale al proprio vissuto.
Una missione che, se non assolta, condanno l’essere umano ad una vita piena di ansia e crisi esistenziali.
Un concetto che ha dato le fondamenta a innumerevoli capolavori della cultura ottocentesca: romanzi, opere teatrali, sinfonie ecc.
Gli esistenzialisti si sono prodigati nell’indagare quella forma d’ansia che deriva dalla spasmodica ricerca di un proprio senso esistenziale.
La responsabilità di doversi dare una direzione, nasconde il pericolo di perdersi tra le tante strade della vita. E quindi cela il pericolo di cadere in un burrone: convincersi, che la vita, non abbia alcun senso.
Un pericolo a cui gli esistenzialisti cercavano di reagire con la resilienza: la volontà di continuare imperterriti a cercare il proprio “tesoro”.
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La Filosofia Esistenzialista Può Rivelarsi Una Terapia Per I Mali Del Nostro Tempo?
Ad esserne convinto, per primo, è stato lo psicoanalista tedesco Otto Rank, considerato il precursore della terapia esistenzialista.
Nelle sue sedute si focalizzava sui pensieri e sulle sensazioni del presente piuttosto che quelle sperse nel passato o sepolte nel subconscio.
Aveva la convinzione che tutte le persone erano in grado di trovare le modalità più adeguati per muoversi con più efficacia e soddisfazione nella realtà quotidiana.
Il suo credo si basava su alcuni punti fermi:
- Ogni essere umano è un’entità che rinasce e si ricrea in continuazione
- Il fatto che la morte sia inevitabile è il motivo per cui la vita ha un significato
- Ognuno di noi è un essere unico che può essere compreso solo dal come interagisce con il mondo esterno
- Ogni essere umano è in grado di implementare la propria consapevolezza
- Tutti sperimentano l’ansia durante l’esistenza
- Ognuno di noi è un essere libero e per questo è il solo responsabile dell’andamento della propria vita
- Non esiste un senso della vita statico e perenne perché può cambiare in un momento
Ecco quindi che un certo grado di ansia, per gli esistenzialisti, è insopprimibile. E la terapia esistenziale si pone proprio l’obiettivo di insegnare al cliente le modalità più adeguate per affrontare l’ansia presente nella propria vita come:
- la paura della morte
- il timore della solitudine
- la paura di sbagliare le scelte
- il terrore di vivere un’esistenza priva di senso
Tutte paure che possono provocare un profondo disagio a livello psicologico.
E il lavoro dello psicologo, in questo caso, si concentrerà sul prendere confidenza con la nostra responsabilità più grande e pesante: quella di prendere delle decisioni e accettarne le conseguenti gioie e i conseguenti dolori.
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Quanto E’ Efficace La Terapia Esistenzialista?
Non ci sono ancora prove inconfutabili che dimostrino l’efficacia della terapia esistenziale nell’impattare in modo significativo sul benessere psicologico generale di una persona.
E’ stato evidenziato una sua influenza positiva sui sintomi di alcune problematiche mentali ma non sul miglioramento complessivo dello stato psicologico del cliente.
Resta il fatto che è un approccio psicologico, i cui risultati effettivi, sono difficili da misurare.
Come Si Svolge In Pratica?
Nell’ottica di sviluppare un senso di scopo nella vita di una persona, la terapia esistenziale offre vari metodi di approccio.
Per l’esistenzialismo un uomo vive in 4 mondi:
- fisico
- sociale
- personale
- spirituale
Sono dei mondi che potrebbero venire ignorati e per questo la terapia esistenzialista si propone di approfondirli con alcune modalità:
1- Indagine Del Modo Di Vedere Il Mondo
Ogni individuo percepisce il mondo che lo circonda in modo diverso.
Quali sono le aspettative di una persona?
Che convinzioni ha su se stesso e sul mondo che gli sta attorno?
Indagando lo sguardo che un cliente getta sul mondo, si può aiutarlo ad identificare quali cambiamenti si potrebbero mettere in atto per migliorare la propria esistenza.
2- Indagine Delle Modalità Di Evitamento
Il terapeuta cerca di mettere in evidenza tutti i tentativi di elusione messi in pratica dal cliente come: parlare del proprio passato, esporre i propri desideri per il futuro, discutere sul proprio presente e la tendenza a parlare di sé stesso come una comparsa e non il protagonista della propria vita.
3- Sviluppo Di Un Vocabolario Emotivo
Il terapeuta spinge il cliente ad elencare tutti i propri stati emotivi più comuni per indagare quelle emozioni che lo hanno spinto ad ignorare questi stati.
4- Assunzione Di Responsabilità
L’uomo è un essere dotato di libertà. Una libertà, però, che spesso fa più paura che altro perché nasconde un pericolo: il dover assumersi la responsabilità delle proprie scelte e quindi delle conseguenze.
5- Esplorazione Dei Propri Valori
Il terapista guiderà il cliente nell’arrivare ad una chiara visione di ciò che gli piace fare o meno.
6- Interpretazione Dei Ruoli
Terapeuta e cliente giocano ad assumere il ruolo da protagonista in vari scenari possibili della vita. Una spinta per arrivare ad avere più chiaro quali sono i propri obiettivi e il proprio scopo di vita.
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Terapia Esistenziale: I Limiti
Non è semplice notare ed identificare gli eventuali progressi riscontrati nel seguire una terapia esistenziale.
I detrattori sottolineano la vaghezza di questo approccio nel determinare i risultati voluti. Anche se questa “superficialità” ha lo scopo di lasciare uno spazio di movimento più ampio al cliente nella sua ricerca di scopo e di senso.
In aggiunta, per il fatto che la terapia esistenzialista si focalizza sulla libertà di scelta individuale, non sembra l’approccio ideale per aiutare chi ha subito un trauma o un abuso.
Infatti andare a sottolineare la responsabilità personale in questi casi, potrebbe significare l’amplificazione di un senso di colpa nelle vittime di queste situazioni spiacevoli.
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Conclusioni
L’approccio esistenzialista potrebbe essere utile alle persone per comprendere meglio sé stesse in rapporto con il mondo che le circonda.
Anche se ha mostrato più di qualche limite, rimane pur sempre una tipologia terapeutica vantaggiosa per sostenere una persona nel processo di identificazione dei propri valori e del proprio scopo di vita.
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