Tristezza: Un Passaggio Trasformativo Da Cogliere

Sabrina Bush Psicologo

Stai provando tristezza?

Innanzitutto non spaventarti …

La definizione di tristezza ci porta ad un assunto: è un’emozione che, come tutte le emozioni hanno un significato da cogliere, bello o brutto che sia.

L’intera gamma delle espressoni del nostro stato emotivo, ci è stato utile per evolvere e ancora oggi assolvono allo scopo di indirizzarci, nella vita, verso le strade più opportune per noi.

Le informazioni che ci possono fornire le nostre emozioni, compresa la tristezza, diventano dei dati da considerare con attenzione per capirci e comprenderci sempre più.

Il nostro stato emotivo ci guida attraverso le decisioni che dobbiamo prendere e i indicano il modo migliore di comportarsi in determinate situazioni.

Rifiutanodole o respingendole, come saremmo portati a fare, per esempio, con la tristezza, ne aumentiamo la durata e la sofferenza procurata.

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Tristezza: Come La Esprimiamo?

Rimanere in contatto con il proprio mondo interiore è un fattore importante per il nostro benessere psicofisico.

Il problema con le emozioni tristi e negative, come la tristezza, è che ne abbiamo un idea “terrorizzata”.

Siamo convinti che la tristezza, così come il dolore, vada scacciata, allontanata, negata.

Siamo cresciuti con l’idea che la tristezza vada nascosta nel cassetto del comodino la mattina prima di uscire, per poi riprenderla al momento del ritorno a casa.

Nessuno deve vederla o notarla in noi, sarebbe un fatto di cui vergognarsi.

Vince il “sempre felice”, ci dicono, la maschera più in voga della modernità. Mostrarsi fragili signifca soccombore nella civiltà dell’ipercompetitività.

Eppure continuo a sostenere che la tristezza, quando arriva, va considerata un’opportunità di arricchimento!

Tristezza E Depressione: Il Sottile Confine Del Dolore Interiore

Una persona incline alla depressione, può intravedere in un momento di tristezza i segnali di una ricaduta nel “male di vivere”.

Ecco che allora  tende a spaventarsi e a non sentire più il terreno sotto ai piedi ai primi segni di quella sensazione malinconica che la tristezza porta con sé.

Una sensazione che si avverte come invadente e potenzialmente permanente.

Ma la tristezza ha le stesse caratteristiche di tutte le altre emozioni e tra queste c’è sicuramente la transitorietà. Ovvio poi che la durata dipende anche molto dall’evento che l’ha scatenata e il valore prettamente soggettivo che ne diamo.

Può accadere quindi, che la tristezza si prolunghi più del dovuto e incidere pesantemente sul nostro umore quando non riusciamo a liberarci del circolo vizioso dei pensieri negativi che sono sorti a causa di quello che ci è successo.

La verità è che la tristezza viene raccontarci la nostra insopprimibile vulnerabilità. Nonostante tutti inseguiamo la figura del supereroe senza macchia e senza paura, la realtà, ci racconta che da soli non possiamo affrontare sempre le sfide della vita.

Puoi tentare di fuggire dalle emozioni negative, ma non puoi seminarle in modo definitvo. L’unico modo di affrontarle è imparare a gestirle.

La sola strada per non trasformare la tristezza in depressione è connetterci con essa, individuarne le manifestazioni a livello fisico e lasciare che ci “parli”. E’ la sola possibilità che hai per disinnescarne il potenziale spaventoso.

sabrina bush - Psicologa e Psicoterapeuta

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La Tristezza E Le Sue Manifestazioni

Succede nella vita, spesso inaspettatamente, di ritrovarsi in un vicolo cieco.

Non si intravede una via d’uscita valida per uscire dal dispiacere causate da un evento nefasto, da un abbandono improvviso.

La reazione si manifesta in quello stato d’animo ingombrante ed invasivo che chiamiamo tristezza.

La sua polarità emozionale è decisamente negativa e ci fa soffrire. Ci sentiamo sopraffatti e continuiamo a ruminare e recriminare davanti a dei “perché?” che non trovano risposte valide.

A quel punto cadiamo nella trappola dell’autosvalutazione. Siamo noi stessi i primi detrattori. Camminiamo per le strade del mondo con la schiena ricurva e cerchiamo di diventare impermeabili al mondo che ci circonda, chiudendoci a riccio.

Crisi di pianto, appetito azzerato, abulia e mancanza di motivazione sono le manifestazioni più comuni di una tristezza pervasiva. Il senso di colpa per non aver fatto abbastanza per evitare la situazione che si è creata diventa palese.

Una persona triste si trasforma in uomo chiuso in una bolla apparente che non riesce più a comunicare con l’esterno. Ci sentiamo inutili e non meritevoli della vita. Ci ossessioniamo di pensieri che ci riportano alle cose o persone che abbiamo perso.

Quando non supera i limiti di guardia, in termini di intensità, la tristezza, come detto, prende la forma di uno stato emotivo negativo passeggero che ha il compito di dirci qualcosa o spingerci verso qualcosa.

Nel momento in cui, invece, tende a cristallizzarsi è opportuno e consigliato intervenire e farsi aiutare.

tristezza

Tristezza: Come Individuarla E Come Imparare A Gestirla

Sperimentare la tristezza è un passaggio che abbiamo vissuto tutti. Le cause che la possano far esplodere tra le pareti della nostra anima sono varie.

Alla base c’è quasi sempre un evento che abbiamo vissuto in maniera decisamente negativa.

Quando la “percepiamo” ruggire tra le stanze della nostra interiorità ci sono 4 semplici passaggi per “dominarla”;

1. Circoscrivi E Traccia I Confini Di Questo “Sentire”

L’antico “dare sempre un nome a ciò che si prova” è un refrain mai rinnegato dalla psicologia moderna.

2- Comprendi Ciò Che Provi E Cerca Di Intravedere Da Dove E Venuta

Perché la sperimentiamo? Qual è il motivo che la porta sulla spiaggia della nostra interiorità?

3- Accoglila E Accettane La Presenza

Se ho compiuto il passaggio precedente ho più possibilità di passare a questo: accettare la presenza della tristezza senza averne paura.

Non opporti, non farti prendere dalla voglia di cacciarla, altrimenti ne aumenterai il periodo di manifestazione.

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Ma Perché Diventiamo Tristi?

Dobbiamo guardare un’emozione, anche negativa, come un “messaggero interiore” che deve consegnarci delle informazioni preziose per il nostro benessere futuro.

Ecco allora che la tristezza viene per imporci una pausa di riflessione, imponendo uno stop al nostro incedere esistenziale.

Una fermata necessaria per capire e comprendere al meglio il messaggio che la tristezza ci vuole consegnare.

E’ da quel vuoto interiore che percepiamo e ci fa paura che emergeranno delle informazioni decisive e impattanti sul nostro futuro.

La tristezza è un enigma dell’anima che va solo compreso. Può farci scoprire parti di noi, bisogni e desideri fino ad allora sconosciuti.

Resta il fatto che la tristezza è un’emozione intricata e multiforme.

Può simboleggiare la frustrazione di chi non riesce ad affermare se stesso deficitando dell’autostima per farlo.

O può nascondersi dietro alla rabbia sperimentata da chi non riesce ad accettare di essere sempre e comunque vulnerabile.

Ma ci sono anche forme di tristezza che sembrano comparire dal nulla. Situazioni in cui il lavoro di scavo per comprenderne l’origine è decisamente più impegnativo.

L’importante è sempre applicare un concetto chiave: fare spazio nella propria interiorità.

Ti senti triste? Fai spazio alla tristezza affinché ti invada senza inutili resistenze.

Tristezza: Non Arriva Per Farti Davvero Del Male

La tristezza, in realtà, arriva per farti del bene.

Lo so, sembra un’affermazione da guru new-age, ma non è così.

Quando arriva il dolore sulle ali della tristezza, è per farti risintonizzare sui tuoi bisogni emotivi.

Bloccandoti nella sofferenza, in realtà, vuole farti ripartire e agire nella direzione che rappresenta il tuo destino.

Prendila come una stella cometa interiore, anche se dai colori scuri, che ha il compito di guidarti verso una nuova forma di te stesso. Ma per lasciarti guidare da lei, devi prima acconsentirgli di espandersi totalmente nella tua interiorità.

Ti fa sentire peggio temporaneamente per farti tornare a stare meglio.

E’ il paradosso dell’interiorità, dove il nuovo equilibrio è il frutto di piccoli viaggi verso i punti estremi del sentire umano.

Ecco che la tristezza può bussare alla tua porta per aiutarti a:

  • Renderti più forte di fronte ad un lutto o ad un insuccesso
  • Comprendere il dolore per trasformarlo in forza interiore
  • Farti aiutare e sostenere dagli altri
  • Diventare più creativi
  • Capire meglio quando la tristezza colpisce gli altri

Cosa Non Fare Quando Si E’ Tristi

Nonostante abbia cercato di farti comprendere la funzione benefica della tristezza, è ovvio, che resta un’emozione che a nessuno piace sperimentare.

Spesso, quindi, si tende, per difendersi, a comportarsi in modi errati di fronte ad essa. Tra queste azioni, le meno “utili” al fine di gestire al meglio questo periodo di dolore e sofferenza sono:

 

  1. Cercare di negarla: è il comportamento più diffuso e, ai fini della soluzione, il più nocivo. Si spranga la porta della propria consapevolezza e si decide di lottare con il vortice della tristezza in superficie, senza lasciarsi andare nelle profondità della propria anima.
  2. Cercare di riempire il vuoto che ci fa percepire con cose inutili: è il bicchiere in più, l’abbuffata davanti al frigo, le sigarette sul balcone. Ma quel vuoto ha bisogno di essere ascoltato, non compensato.
  3. Tentare di chiudersi in un mondo fantasioso dove non esistono i problemi. Solo la realtà rimarrà il nostro metro di misura. Cercare di sfuggirgli ci riporterà sempre al punto di parternza.
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Che Tristezza! Cosa Fare Per Sfruttarla Al Meglio

Se ti aspetti che ti dica che puoi tramutare la tristezza in gioia con uno schiocco di dita, sei fuori strada. La tristezza rimane un’emozione spiacevole, di cui, nessuno, talvolta, può esserne immune.

L’unica cosa che ci può salvare è “riconoscere” il ruolo che gli è stato affidato dall’evoluzione. Un riconoscimento che dovrebbe portarti a:

 

  1. Accettarla: è il primo passo importante dettato dal fatto che vuole solo che ci focalizziamo sul nostro momento presente.
  2. Accoglierla nella nostra interiorità come un ospite inaspettato ma non per questo minaccioso.
  3. “Gustarne” il sapore amaro: è la nostra missione, non opporsi al nuovo che avanza. Più la osservi e più diminuirà il suo potenziale distruttivo. Puoi trasformala in qualcosa di positivo solo attraversandola.

 

Tutto si trasforma, ogni squilibrio tende ad un nuovo equilibrio. Qualsiasi “sbandata” ci ricorda quella che dovrebbe essere la strada giusta.

Imparare a meditare o sperimentare la pratica della mindfulness potrebbe aiutarti in questo. Siamo esseri fisici, psichici e spirituali, e non puoi coltivare solo una parte di quello che sei e lasciare indietro le altre, per stare bene.

Ecco quindi la tua cura per la tristezza: accettala, accoglila, cogline il messaggio e lasciala andare …

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Dott.ssa Sabrina Bush

Dott.ssa Sabrina Bush

Educatrice, Psicologa e Psicoterapeuta con esperienza decennale.

Nata negli Stati Uniti e cresciuta in Italia, ha da sempre coltivato un'autentica passione per le materie psicologiche e per tutte le strategie e le tecniche che si pongono il fine di aiutare le persone a trovare l'assetto mentale più adatto alle proprie caratteristiche personali e più funzionali al raggiungimento dei propri obiettivi.

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